Ragusa e dintorni
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«No all’ingresso di olio d’oliva dalla Tunisia o da altri Paesi nel nostro territorio»: deputazione iblea unita per difendere le produzioni. Gli onorevoli Ragusa e Dipasquale hanno presentato all’Ars un ordine del giorno e una mozione per impegnare il Governo regionale ad attivarsi

 

#Ragusa, 30 dicembre 2015 – Deputazione dell’area iblea unita per difendere le produzioni del territorio impedendo l’ingresso di olio d’oliva dalla Tunisia o da altri Paesi in cui non siano garantiti livelli adeguati di controllo. In questo senso sono intervenuti i deputati regionali Orazio Ragusa e Nello Dipasquale che ieri, all’Ars, hanno presentato rispettivamente un ordine del giorno e una mozione per impegnare il Governo regionale “a seguire attentamente l’iter europeo per evitare in tutti i modi, attraverso i canali politici, questo grave rischio di invasione di olio proveniente dalla Tunisia che lederebbe fortemente gli interessi dei nostri produttori”. Per i deputati iblei è un vero e proprio scandalo che il ministro Mogherini abbia proposto l’incremento della quota di olio esente da dazio doganale importata dalla Tunisia. 

Si tratta di 70mila tonnellate di olio in un biennio. Ciò consentirebbe l’accesso supplementare di olio d’oliva tunisino nel mercato della UE. 

“Gli antichi sostenevano – dicono i due deputati – che il Mediterraneo comincia e finisce con l'ulivo, sottolineando il legame indissolubile tra questa pianta e la sua terra. In Grecia l'ulivo, un tempo, era addirittura considerato sacro: questi alberi non potevano essere abbattuti. Il paesaggio agrario siciliano è caratterizzato da un'olivicoltura di tipo tradizionale e secolare, con piante che hanno più di un secolo. 

Questa straordinaria coltivazione è una ricchezza per il territorio, per le molteplici funzioni cui adempie: caratterizza l'ambiente, svolge un'azione di protezione del paesaggio, contribuisce alla diffusione di una dieta sana e soprattutto sostiene il reddito delle numerose e piccole aziende agricole.  L'agricoltura senza la produzione dell'olio è più povera. Quindi non possiamo rilevare come tutto questo sia inaccettabile e fuori da ogni logica, perché in Italia ci saranno conseguenze disastrose.  

Gli effetti sull’olivicoltura italiana  sarebbero non solo disastrosi dal punto di vista economico, per la concorrenza sul mercato di un prodotto ad un prezzo inferiore e di qualità non controllata, ma il rischio è anche quello di perdere le produzioni siciliane con eccellenti caratteristiche chimico, fisiche ed organolettiche, per far spazio a produzioni prive di controlli e senza garanzie. Gli stessi consumatori italiani rischierebbero, in questo modo, di ritrovarsi tra gli scaffali dei supermercati produzioni scadenti di dubbia provenienza”. 

“Tra l’altro, il nostro olio – concludono gli onorevoli Ragusa e Dipasquale – è in attesa del riconoscimento Igp da parte dell'Unione Europea mentre è già stata pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il testo del decreto con cui viene accordata la protezione a titolo transitorio a livello nazionale al nostro olio”.

 

Lo scopo di un'opera onesta è semplice e chiaro: far pensare. Far pensare il lettore, lui malgrado

Paul Valéry

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